Omosessualità Genova
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Omosessualità Genova

Omosessualità: casi, accettarsi e farsi accettare, Genova - dott.ssa Pomella, esperta in Sessuologia

La dott.ssa Maria Rosa Pomella si occupa di sessuologia, di problemi legati alla propria identità sessuale, tra cui omosessualità, a Genova.

Omosessualità: accettarsi e farsi accettare

Aldo è omosessuale.
Si presenta da me praticamente mascherato: lungo cappotto nero, occhiali scuri che gli danno un'aria decisamente mefistofelica.
Suscita l'attenzione del portiere, che di solito non nota niente: così Aldo arriva da me sentendosi decisamente perseguitato.

Vive con i genitori in un piccolo centro dove non conosce praticamente nessuno.
Lavora in un altro piccolo centro, come impiegato, e per la sua estrema timidezza è spesso un bersaglio.
Oscilla così tra l'invisibilità e la persecuzione.

Aldo è un poeta: scrive bei testi ermetici che non riesce a pubblicare, così come non è riuscito a mettere a frutto la sua laurea in filosofia, accontentandosi di fare l'impiegato.
I genitori, anziani, sono descritti così: la madre molto maschile, vero capo di casa, il padre debole e piuttosto femminile.
Aldo è cresciuto solitario, figlio unico circondato da un'orda di cugine.
La consapevolezza della propria omosessualità ha contribuito a isolarlo ulteriormente.

Sogna un incontro vero, un innamoramento, ma riesce ad avere solo rapporti casuali che lo avviliscono.
Si iscrive a un club omosessuale e si sente estraneo anche lì, per la forte impronta ideologica e "perché non nascono storie".
Accusa i gay di essere i peggiori omofobi.

In realtà, Aldo si sente straniero ovunque.
Tranne, forse, in analisi. In seduta si parla della sua estrema solitudine, della sua difficoltà ad accettarsi e ad amarsi, di come questo sia prioritario.
Si parla anche della sua ossessione - e impossibilità - di "fare outing".
Aldo si sente debole e indegno perché non riesce a rivelare il suo segreto in ufficio, anzi, si inventa storie con donne.
Ma è così inerme, alle prese con colleghi grossolani e maschilisti, di cui teme le spietate prese in giro, che deve prima rafforzare sé stesso.

In questa fase, l'omosessualità è per Aldo anche una ricerca di identità: "sono gay dunque sono", una bandiera disperata.
L'outing in famiglia c'è stato, con forti tinte rivendicative: mostrare ai genitori che non si erano mai accorti di lui, che non avevano capito niente (in effetti i genitori fingono di accettare ma poi si aspettano un cambiamento... e bersagliano l'analista).

L'outing in ufficio sarebbe una sfida, per spezzare la barriera dell'invisibilità, però Aldo rischia di trovarsi nei panni di un san Sebastiano trafitto dalle frecce: il martirio di san Sebastiano è una sua fantasia (e sogno) ricorrente, che mostra l'intensità del suo masochismo.
Nella raffigurazione pittorica del martirio c'è spesso molta voluttà: in questo modo A. si raffigura l'esperienza erotica, come una deliziosa agonia.
Evidentemente, c'è molta strada da fare.

Sembra che cominci una storia, fatta più che altro di corteggiamento, Aldo è felice, scrive molte poesie, lascia i vestiti neri per camicie colorate.
Però Alessandro è ambiguo: non dà il proprio recapito, telefona sempre e solo lui, si contraddice.
Aldo gli sbircia la carta d'identità e scopre dati non corrispondenti. Un bel giorno, Alessandro sparisce bruscamente.

Il crollo sembra totale.
Aldo si dispera, tocca il fondo, pensa che non sarà mai amato.

Un giorno, nella grande città - e non nel piccolo centro degli incontri - gli sembra di scorgere Alessandro in un bar con un'amica.
Dunque Alessandro era un etero incerto o camuffato? Aldo si sente tradito, o peggio, annullato.

Piano piano però inizia a ritrovarsi.
Capisce che non può continuare a vivere con gli anziani genitori (che sognano per lui matrimonio e figli) nel "natio borgo selvaggio".
Trova un piccolo appartamento nella città dove lavora e così rompe un rapporto simbiotico e confusivo.
Comincia a vivere da solo: ha sempre paura di tutti, anche della padrona di casa che potrebbe entrare all'improvviso e vedere le riproduzioni di nudi maschili; ma va meglio.
Visto che il lavoro impiegatizio lo umilia e lo opprime, comincia a considerare altre possibilità, per es. l'insegnamento; coltiva la poesia e un'altra passione, la recitazione in circoli amatoriali.
Sembra incredibile, ma il timidissimo Aldo si trasforma recitando, e predilige ruoli violenti e aggressivi!
Nei suoi sogni non appare più un uomo gigantesco che lo minaccia, o una donna gigantesca che lo divora, immagini deformate dei suoi ansiosi e apprensivi genitori.
Si sente sempre orientato verso l'amore e l'attrazione per un altro uomo, ma ora sa che l'uomo da incontrare e scoprire è prima di tutto sé stesso.
Impara, nonostante l'enorme timidezza, a fare outing, cioè a tirare fuori la sua sofferta identità umana.

Solo in seguito potrà liberamente manifestare l'identità amorosa.

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